[:it]La prima volta che abbiamo sentito parlare di Silvia è stato grazie alle sue muccone pelose (eccole in tutta la loro bellezza e simpatia). Ed è a lei che ci siamo rivolte per l’issopo profumato che avete trovato nelle nostre scatole dedicate ad Anna dai capelli rossi.
Silvia lavora al progetto MASCA e la masca nella cultura alpina è la strega, la donna oscura e temuta che conosce le piante medicinali e i riti di guarigione. Può essere dispettosa e temibile, soprattuto se è innamorata. Ma per chi ci lavora masca vuol dire pazienza, meraviglia e sì, tanto lavoro a contatto con una natura amata e rispettata. MASCA nasce dall’amore per la montagna, per le piante e per l’ambiente che ci ospita e Silvia e la sua squadra coltivano e raccolgono in natura le specie officinali utilizzate dall’erboristeria tradizionale delle Alpi.
Avendo deciso di dedicare questi mesi alla natura nei libri e agli scrittori che ne hanno parlato, abbiamo pensato che sarebbe stato bello fare una chiacchierata con qualcuno di ‘reale’ che vivesse questo rapporto intenso in prima persona e subito il nostro pensiero è corso a Silvia che sa raccontare del suo lavoro e delle sue adorate erbe con un pizzico di magia. A noi questa chiacchierata è piaciuta tantissimo e siamo sicure che piacerà anche a voi.
Ciao Silvia! Raccontaci di te. Di come sei finita in montagna a raccogliere erbe spontanee e se avevi immaginato questo futuro per te fin dall’inizio.
Mi hanno chiamata Silvia, dal latino selva, forse qualche intuizione sul mio futuro l’hanno avuta altri prima di me 😉
Come per tutti, il mio presente rappresenta qualcosa che ho costruito poco a poco con le scelte quotidiane. Fin da bambina sono stata un’osservatrice attenta, così anche i particolari delle piante erano per me piacevoli esplorazioni. Crescendo in campagna ho avuto lo spazio giusto per gli esperimenti di coltivazione e raccolta. Il bosco e i prati sono sempre stati un rifugio e un conforto anche nell’adolescenza. Mi sono laureata in Tecniche Erboristiche, ma ho fatto il salto decisivo nel 2005 dopo l’incontro con il naturalista Aldo Chiariglione che è diventato il mio maestro e con il quale mi sto dedicando al Progetto MASCA Moderne Attività nel Solco della Cultura Alpina.
Qual è il sentimento più forte che ti accompagna nel tuo lavoro?
Sono due: il primo è la gratitudine per tutto quello che c’è sotto il cielo e mai si svela fino in fondo, stimola la curiosità è fa sbocciare meraviglia. E poi la mia natura di eterna innamorata. Vedo, osservo e mi innamoro… con gli alti e bassi caratteristici. E’ un po’ stancante, ma poi diventa amore ed energia di propulsione per il lavoro.
Secondo te quanto è importante riscoprire un vero contatto con la natura?
Credo che sentirsi parte della natura sia fondamentale sotto tutti i punti di vista. Ciascuno di noi ha un posto sul pianeta, a partire dalla specie biologica alla quale apparteniamo (e che spesso dimentichiamo); l’ecologia è l’insieme delle relazioni che intessiamo con l’ambiente e con gli organismi che lo abitano, siano essi animali o vegetali.
Hai usato l’espressione “vero contatto”… in effetti molto di ciò che è considerato naturale è in realtà una vetrina artificiale. Addirittura le gite in agriturismo, l’ormai classica esperienza di “vita in campagna”, sono nella maggior parte dei casi qualcosa di fittizio che non la rappresenta minimamente. Spero di non essere fraintesa… ben venga tutto ciò che avvicina, ma il rischio è che si vivano esperienze di svago, lontane dalla nostra vera essenza. Diventa allora una distrazione e non una centratura del nostro essere. In questo senso il contatto vero è difficile.
Il progetto MASCA è ampio e le piante officinali sono una delle attività previste. Uno degli obiettivi è proprio quello di offrire ospitalità nell’ambiente montano vero, con le sue bellezze e le sue (tante) difficoltà. Un mito da sfatare è che chi abita in montagna (o in campagna) provi un amore naturale e viscerale per la natura, abbia quindi un vantaggio rispetto a chi vive in città. Spessissimo invece sono proprio i montanari a distruggere il proprio territorio non conoscendolo per nulla e quindi maltrattandolo brutalmente, senza farci caso, senza amore e per ignoranza. Nella nostra esperienza abbiamo notato che è solo chi cerca sinceramente e umilmente il contatto con la natura ed è aperto ad essa ad avere un vantaggio, è indifferente il posto in cui vive…avrà soltanto qualche difficoltà logistica in più nel raggiungere il luogo delle proprie scoperte! Del resto il contatto con la natura è anche fatica.
Le vostre mucche pelose sono uno spettacolo! Raccontaci di loro.
Quando abbiamo iniziato a lavorare al ripristino dei pascoli intorno gli Urturé avevamo bisogno di qualcuno che curasse le zone di prato che pian piano riportavamo alla luce. Gli unici a poter fare questo tipo di lavoro sono gli animali. Le verdi vallate alpine sono tali soltanto grazie all’attività di pascolo. Dopo una prima esperienza disastrosa con allevatori di capre, abbiamo deciso di fare da noi e, seguendo il prezioso consiglio del Prof. Andrea Cavallero, esperto in alpicoltura, abbiamo acquistato quattro amiche Highland Cattle (Magalì, Pedro, Paloma e Pandora) e due asinelle (Adriana e Michelina). Negli anni sono nati i vitellini e nel luglio scorso abbiamo adottato Brando, un nuovo asinello.
In sostanza lavorano come decespugliatori viventi dei pascoli alti nella stagione estiva. In inverno invece li teniamo più in basso.
Abbiamo visto sul sito di MASCA che proponi un corso intitolato “Le piante magiche: il lato spirituale della botanica”. Ci ha incuriosito moltissimo! Ci puoi dire qualcosa di più?
Parlare di piante magiche può dare la sensazione di qualcosa di evocativo e misterioso. In realtà il concetto di base è che, anche se spesso non ce ne accorgiamo, siamo legati agli altri organismi da interazioni più o meno evidenti, grossolane o sottili. Con una pianta (un animale o anche un minerale) possiamo instaurare un dialogo con modalità e a livelli differenti.
Mi spiego meglio.
Immagino di vedere un sambuco fiorito lungo la strada… ho varie possibilità:
a) me ne sbatto bellamente o forse neanche lo vedo
b) lo vedo, ma non so che cos’è, divento curioso di saperlo riconoscere
c) lo riconosco e penso che è bello, godo della sua immagine
d) lo riconosco e penso che oltre che bello, posso fare le frittelle con i suoi fiori e gnam!
e) penso alle frittelle e all’attività curativa della tisana fatta con i suoi fiori essiccati
f) lo riconosco e lo uso per altri rimedi tradizionali (frequento l’albero)
g) sono consapevole che ogni individuo ha anche delle particolarità caratteriali a partire dall’ambiente in cui vive da cui posso trarre suggerimenti e suggestioni utili ad accompagnarmi negli aspetti emotivi e spirituali della vita. Potrebbe portare per me un messaggio in un momento particolare oppure il suo carattere rappresenta una guida.
Non amo le visioni new age e i calderoni psico-spiritual-emotivi, che ritengo anche pericolosi, credo però che per districarci dalle vicende della vita riceviamo in dono degli indizi utili, che ci fanno bene, ci regalano consapevolezza, allenano il nostro (sano) intuito.
Il corso ha questo significato: conoscere profondamente le piante nella loro completezza ed esplorare i legami che hanno con noi o che noi vogliamo avere con loro.
Siccome a noi piacciono tanto i libri, puoi consigliarcene qualcuno che parli di natura? Magari anche una guida per riconoscere le erbe.
Ci sono libri meravigliosi. “Il Giardino segreto” di F. Hodgson Burnett rappresenta il manifesto di quello che per noi è la relazione tra l’uomo e la natura, il profondo e reciproco potere curativo. Un altro libro imperdibile è “E il giardino creò l’uomo” di J. De Precy. In questo periodo sto leggendo Heidi che tratta in modo concreto il tema del “vero contatto” con la natura. Uso molto il libri per ragazzi anche a scopo didattico, ad esempio “Il mondo segreto delle piante” di Jeanne Failevic e Véronique Pellissier è ottimo per entrare nel mondo della botanica, semplice, scientifico, divertente e con bellissime illustrazioni. Un manuale per riconoscere le erbe? Il mio ultimo acquisto è stato “Piante spontanee alimentari” Zuin, Vigolo, Zanin, lo consiglio.
Se volete saperne di più su Silvia, la sua squadra e il progetto MASCA questo è il loro sito dove potete trovare anche le loro erbe da acquistare (noi abbiamo preso una tisana al luppolo e tiglio che è una favola!).
Per quanto riguarda i corsi e le attività di MASCA vi lasciamo qualche indicazione:
– I corsi già in calendario sono quelli in collaborazione con l’ATA Associazione Tutela Ambiente e con il LEM e il CAI di Lanzo (TO).
– L’11 aprile parteciperemo ad una conferenza sul tema della cura e della prevenzione attraverso una corretta alimentazione, mangiare bene per risparmiare tempo e denaro. A Torino.
– Il 16 giugno ci trovi a parlare di “Valli di natura” – Aspetti naturalistici e di biodiversità nelle alte valli di Lanzo.
Questi ultimi eventi fanno parte del programma “Balmexperience, la montagna possibile”
Il calendario si arricchirà man mano, per chi volesse essere aggiornato l’invito è di iscriversi alla nostra newsletter “Il giardino segreto ” dalla home page di www.masca.biz
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